lunedì 1 luglio 2013

Facebook e autostima: su o giù?


In teoria Facebook è una gran cosa per le persone con una bassa autostima: i social network permettono di condividere contenuti ed esperienze, condividere è importante per rafforzare le amicizie, e rendere i legami più solidi aumenta il senso di supporto e la sicurezza in se stessi. In teoria, appunto. In pratica però le persone con minore autostima sembrano comportarsi in maniera controproducente quando sono on line, bombardando i loro amici con aneddoti negativi che riguardano la propria esistenza, rendendosi meno gradevoli ai loro occhi. 
Due ricercatori dell’Università di Waterloo (Wood, 2012) hanno osservato il comportamento on line di un campione di studenti, sottoponendoli anche a un questionario sul tema. I ragazzi con autostima minore consideravano il social network come una grande opportunità per entrare in contatto con altri in maniera sicura, evitando cioè situazioni di sgradevole imbarazzo sociale. Gli aggiornamenti di status però sono visibili a tutti e se si analizza il sentiment di questi brevi autoscatti testuali si evince che quelli dei ragazzi che hanno autostima inferiore sono più negativi degli altri. Altri utenti Facebook della stessa età venivano poi impiegati per esprimere un giudizio di gradimento sulle persone in relazione proprio ai loro status. In sintesi: chi ha meno autostima scrive status più negativi e chi li legge considera più sgradevoli di altri gli autori. Inoltre le reazioni maggiori si hanno in base ai post che esprimono le emozioni più rare per ciascun soggetto: chi ha scarsa autostima ottiene più feedback quando scrive post positivi; chi ha alta autostima ne ottiene di più per i suoi commenti negativi. Questo significa che le persone con scarsa autostima possono trarre vantaggi immediati dalla propria self disclosure, in termini di sollievo, ma non vantaggi strategici, perché aprendosi raccontano più emozioni negative e diventano più sgraditi. Anche se non lo sanno, visto che i post di reazione sono pochi.
Diversamente, nel 2013 C.Toma dell'Università del Wisconsin ha notato che esporsi per cinque minuti allla vista del proprio profilo Facebook è come un'iniezione di autostima anche per chi ne ha meno. Anzi, l'effetto di questo "doping" è tale che, subito dopo l'esposizione alla vista del proprio profilo, i soggetti del campione analizzato non hanno bisogno di trovare altri meccanismi di innalzamento dell'autostima e quindi sono all'atto pratico meno motivati nella realizzazione di piccoli compiti reali dai quali potrebbero trarre vantaggio in termini di immagine di sè. Come dire: con facebok stai meglio e fai peggio. Naturalmente si tratta sempre di test effettuati in laboratorio.

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