In chat è possibile gestire
sessioni di gruppo in cui l’esperto modera la discussione, chiarifica,
disambigua le dichiarazioni, gestisce l’emotività della singola seduta. Si
tratta però di uno strumento poco usato in rete perché rappresenta un'attività
molto più impegnativa di quella svolta con un singolo interlocutore: è
necessario mediare tra tante voci e tanti ritmi contemporaneamente, senza avere
alcun riferimento visivo su chi sta per cominciare a parlare o su quali sono le
modificazioni dell'umore nei momenti di pausa. Fattibile ma, appunto,
impegnativo. A meno che il gruppo non sia verbalmente passivo, ma in questo caso
si tratta di una forma di seminario o di workshop condotto da una cattedra
virtuale, non di un vero e proprio gruppo.
Un gruppo ristretto in videoconferenza è più efficace e semplice da gestire, ma richiede strumenti più evoluti (e abbonamenti a servizi di video chat o aule virtuali collettive).
Molto più frequente e
funzionale, in rete, è il gruppo di supporto, o di peer. Già per sua natura, il
web 2.0 ha aumentato le interazioni tra pari su Internet, specialmente per le
molte comunità virtuali di pazienti che sono emerse nell’ultima decade. Le comunità on line sono molto efficaci come
risorse supportive per soggetti con diversi tipi di problematica, dal cancro
(Setoyama, 2011; Hoybye, 2010; Klemm, 2012) al lutto (Aho, 2012), dalla
depressione (Melling, 2011) alla schizofrenia (Kaplan, 2011), dalla micropolicisti
ovarica (Percy, 2010) al dimagrimento (Hwang, 2012). Sono utili anche a
caregiver o congiunti di soggetti con le medesime problematiche.
I gruppi di supporto tra pari
su Internet hanno fattori curativi simili a quelli identificati da Yalom (2005)
per i gruppi dal vivo: senso di appartenenza e di accettazione, voglia o
bisogno di raccontare informazioni personali, espressione onesta delle proprie
emozioni a se stesso e gli altri membri del gruppo, interesse e accettazione
degli altri, supporto del gruppo, importanza attribuita alla singola persona,
senso di stabilità, speranza, miglioramento delle abilità di socializzazione,
comportamento imitativo, apprendimento interpersonale, coesione del gruppo,
catarsi.
L'utilizzo di questi gruppi è
ideale come continuazione o aggiunta rispetto alla terapia tradizionale: i
clienti possono sperimentarsi in un contesto accogliente fatto di persone che
hanno caratteristiche simili, il terapeuta può controllare l'andamento del suo
intervento verificando la capacità di interazione e condivisione del suo
assistito, il gruppo in sé trae beneficio dall'introduzione di nuovi membri
amplificando la propria capacità di avere una voce comune.
Nei gruppi in rete l'anonimato è pervasivo e questo effetto altera clamorosamente la percezione dell'ambiente interpersonale, che viene subito percepito dal singolo come sicuro e in grado di accogliere i più profondi e segreti contenuti personali senza timore di essere giudicato. La distanza fisica e l'impossibilità di ricondurre ciò che si dice on line alla propria vita off line, sono ulteriori elementi che incoraggiano le persone a rivelarsi a fondo quando partecipano a questo tipo di gruppo. Contemporaneamente, seduto davanti al proprio computer in un ambiente privato e protetto, ciascuno diventa più capace di focalizzare i propri contenuti mentali senza assoggettarsi alla pressione dell'esposizione fisica agli altri.
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