venerdì 28 giugno 2013

Il pensiero che diventa giocattolo.

Un software mostra forme e colori differenti. Un bambino guarda lo schermo. Un caschetto con quattordici sensori registra le sue onde cerebrali e rileva le variazioni emotive. Il programma assembla in un oggetto virtuale le preferenze  manifestate dal cervello del bambino. Una stampante 3D rende reale e tangibile quell’oggetto virtuale. Ecco come un pensiero può trasformarsi in un giocattolo su misura. Ci sta lavorando – e ha già i primi risultati concreti – la società Thinker Thing. Il progetto Monster Dreamer prevede appunto che un bimbo possa ottenere il suo mostriciattolo personale semplicemente stampando tridimensionalmente le proprie reazioni neuroelettriche ai design proposti dal software. Thought Puppet è invece un giocattolo mentale ideato dalla medesima azienda e basato sulla stessa tecnologia di lettura encefalografica: il pupazzo cambia espressione, sorride, ammicca, si muove in base alle intenzioni rilevate dai sensori sul cranio del bambino.
Le neurotecnologie interattive sono ancora giovani ma già ora, con poche centinaia di euro, è possibile avere device che sono in grado di rilevare le emozioni fondamentali, le espressioni facciali, e le intenzioni di movimento semplicemente dalle onde cerebrali e in tempo reale. L’impressione è che stia per cambiare completamente il modo con cui interagiremo con elettrodomestici, apparati elettronici, forse con l’ambiente stesso. Dovremo presto affrontare il paradosso secondo cui, pur sapendo che i pensieri non sono fatti concreti ma solamente contenuti mentali, saranno in grado di diventare fatti concreti alla velocità del pensiero.

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