Nei mesi di luglio e agosto 344 internauti italiani tra i 18
e i 60 anni di età, di ambo i sessi ed equamente distribuiti da nord a sud,
hanno risposto a un questionario on line redatto dagli psicologi del centro
milanese Psymind e dedicato alla gelosia
digitale. Il titolo del sondaggio era “Quanto controlli la vita digitale del
tuo partner?”. Dall’analisi dei risultati emerge che il 68% del campione
effettua qualche tipo di monitoraggio sui dati riservati della propria dolce
metà attraverso cellulare o pc (e il 60% ritiene di essere a sua volta
monitorato). Inoltre il 49%, nonostante la propria curiosità sul comportamento
della controparte, ammette di aver tradito in prima persona (il 57% degli
uomini contro il 47% delle donne). Incrociando i dati si arriva alla singolare
evidenza che chi è geloso al punto da controllare i device elettronici del
partner tradisce più di chi non lo fa (il 51% contro il 45%).
A dire il vero
circa il 90% del campione si dichiara in qualche modo geloso ma le donne si
descrivono come più intensamente gelose degli uomini, tanto che il 4% di loro
definisce patologica la propria
gelosia. Per il 51% delle femmine un partner geloso è piacevole, mentre il 43%
dei maschi considera fastidiosa una compagna con le stesse caratteristiche.
Il cuore del sondaggio riguarda la gelosia digitale. Il 57% di chi ha risposto al questionario
controlla le nuove amicizie del partner su Facebook (le donne lo fanno il
doppio degli uomini) e il 60% nota i suoi orari di connessione su Whatsapp
(anche qui la prevalenza femminile è schiacciante). Uno su due ha letto
segretamente messaggi di Whatsapp o SMS, uno su tre la posta elettronica, il
42% i messaggi di facebook. Il 30% ha le password di accesso ai servizi on line
del partner. In tutti i casi la componente femminile del campione è più
ficcanaso di quella maschile. Con una sola eccezione: il 4% degli uomini
dichiara di aver installato sul telefonino della compagna un software spia,
contro il 2% delle donne.
La fascia d’età che si fida di più è quella tra i 40
e i 49. Quella più diffidente è tra i 20 e i 29. A vergognarsi di più dei
controlli effettuati sono gli over 50, ma nel complesso il 56% del campione non
si fa alcun problema, anzi il 61% ha rivelato apertamente al partner di aver
sbirciato dove non avrebbe dovuto, e il 15% ignora addirittura che la
violazione della privacy e della corrispondenza altrui sia un reato.
A che pro,
tutto questo? Il 50% di chi effettua i controlli digitali afferma di aver
scoperto un tradimento grazie alle proprie tecnomanovre. Il che significa che
l’altro 50% si è fatto il sangue marcio per nulla.
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