venerdì 1 agosto 2014

Digitalove. Il nuovo male di coppia? La gelosia digitale. Rispondi al sondaggio!

«Sono disperata, era una storia bellissima ed è finita all’improvviso. È durata tre mesi, ci siamo visti soltanto tre volte ma ci scrivevamo anche quattrocento messaggi al giorno su Whatsapp. Quando è tornato a casa sua, dopo l’ultimo weekend insieme, mi ha lasciato inspiegabilmente via sms». Barbara ha 32 anni e racconta l’epilogo testuale della sua relazione altrettanto testuale in poche parole e molte lacrime, alla prima seduta dallo psicologo.


Andrea e Adele, under 30, litigano nella stessa sede: «Che cosa ci fai di notte su Whatsapp alle due e mezza quando non siamo insieme?». La voce di lei è tremante. «Controllo cosa ci fai tu on line alla stessa ora», replica lui secco. E poi c’è Clara, 34 anni, che ha tutte le password del suo lui e quando scopre che fa lo splendido con altre su Facebook non sa se rodere in silenzio o esplodere e dirglielo. E Matteo, 27 anni, che ha creato un falso profilo per provarci con la sua futura moglie e testarne la fedeltà. E ancora Gioia, che legge in seduta tutti i messaggi di Whatsapp degli ultimi sei mesi per raccontare la sua storia d’amore problematica come se la rivivesse in tempo reale. Impossibile tenere il conto delle persone che, nel ripercorrere la propria vita affettiva, nel 2014, si riallacciano ai supporti tecnologici, alla messaggistica istantanea o ai social network.

È l’amore digitale, un amore che si fa in quattro: lui, lei, l’avatar di lui e l’avatar di lei. Lui e lei sono le persone in carne e ossa. I rispettivi avatar sono i personaggi di fantasia che ciascuno dei due costruisce (e ama, o desidera) immaginando il partner sulla base di ciò che scrive, condivide, posta via smartphone o in rete. In sostanza identità reale e identità digitale si sovrappongono e si sdoppiano. E i confini non sono più così nitidi. Ci sono persone che amano i propri partner reali e stop; persone che idealizzano quelli digitali facendosi quindi deludere dai semplici interlocutori in carne e ossa; persone che non smettono mai di essere in contatto e altre che hanno sostituito i contatti fisici con quelli digitali.

Sono anni di trasformazione, questi, per noi umani, per i nostri sentimenti e per le nostre modalità di relazione. E l’interfaccia tecnologica è ormai un prolungamento della nostra relazionalità che ha autonome capacità trasformative. Con un messaggio parli, giochi, desideri, seduci, litighi, fai pace, inizi e finisci un rapporto. Siamo tutti maestri d’amore in poche decine di caratteri a punteggiatura ridotta e senza giri di parole. E sulle emozioni più estreme la tecnologia mostra il suo lato più utile e perverso nell’intrecciarsi con le caratteristiche umane. Prendi la gelosia. Con uno smartphone il mondo è con te. E anche con il tuo partner. Chi ha un’inclinazione al controllo e all’insicurezza esponenzializza il proprio tratto incrociando i dati: orari di collegamento, geotagging, nuove amicizie, messaggi, posta. Tutto è traccia. Tutto è possibile. Tutto è reale. Almeno nella mente del geloso digitale.

E tu? Controlli il tuo lui o la tua lei? Vieni controllata? Avete risposto al nostro sondaggio, effettuato in collaborazione in tantissimi (circa 350 persone).

Qui i risultati. Presto i commenti.

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