domenica 30 marzo 2014

La realtà virtuale e internet come luogo reale

Il controllo del fuoco risale al Paleolitico, mentre la ruota e la scrittura , di origine sumera, sono entrambe collocabili nel quarto millennio prima di Cristo. Quelle e tutte le altre grandi invenzioni dell’essere umano hanno richiesto molto tempo per essere operazionalizzate, divulgate, globalizzate. I tempi si sono ristretti sempre più, approssimandosi al XX secolo, grazie ai trasporti, alla comunicazione di massa, al metodo scientifico e alla condivisione delle informazioni. Fino all’era digitale. Questi ultimi anni comprimono la storia. L’effetto è strano: è possibile osservare dal vivo la rivoluzione digitale notando consapevolmente come idee, software e device stiano sagomando stili di vita, abitudini e modalità di relazione interpersonale.

Ora il percorso idea-progetto-realizzazione-nuovaideachesuperalaprecedente è talmente breve che ciascuno di noi tende a spazientirsi nell’attesa di un nuovo software o hardware annunciato appena dopo il lancio del modello precedente. Di fatto gli ultimi tre decenni hanno impresso (ed espresso) un’accelerazione esponenziale al consumo delle idee e della tecnologia fino all’attuale capillare diffusione della rete, che è in sé contemporanemente accesso, fenomeno, substrato, infrastruttura, denominatore comune. Internet-delle-cose, cioè la rete che tende a connettere tutti gli oggetti di uso comune, è visibilmente internet-delle-persone, ciòè filo rosso che unisce i viventi prima e meglio di una conoscenza reale, di un’ideologia comune, di un senso di appartenenza.

Internet è ontologia. Ci svegliamo connessi, ogni mattina. Cominciamo a nascere connessi, ogni volta che viene alla luce un nuovo nativo digitale. Internet è un connettoma esocorporeo che distanzia-avvicina chiunque tanto quanto le molecole contenute nell’aria che separa-unisce i nostri corpi. Se è così, la rete diventa l'universo, lo scenario, lo sfondo. E la connessione supera la competenza, il bisogno, l’utilità. Quando nasci sei vivo: semplicemente succede. Quando nasci sei on line: sta accadendo e basta.

Facebook compra Oculus Vr. espandendosi alla realtà virtuale dopo aver già inglobato immagini (Instagram) e messaggistica istantanea (Whatsapp). La vision pare complessa. Un social network è un luogo virtuale in cui si intrecciano relazioni reali, perciò la realtà virtuale potrebbe essere semplicemente un mondo (ri)costruito in cui spostare o agire quelle relazioni. Forse siamo già oltre. Se ricordiamo i Glass di Google e gli altri device che trasformeranno la nostra percezione del mondo in una percezione “aumentata”, è possibile fare un passo in più e arrivare a quando tutta la realtà sarà semplicemente un’inscindibile miscela di oggetti concreti e link. I palazzi, le persone, gli elettrodomestici, le strade: tutto sarà percorribile dal nostro corpo e allo stesso tempo navigabile dal nostro browser personale. Internet sarà il mondo – o viceversa – in cui ci muoveremo.

Cammineremo sfogliando pagine, attraverseremo incroci ma anche menu, stringeremo mani inserendole tra i contatti, parleremo di idee visualizzandole e condividendole. E l’Oggettività sarà sempre più multidimensionale e dinamica, personalizzata e interattiva. Che poi è quello che il nostro cervello fa già con la Soggettività. Ecco, sarà una nuova soggettività collettiva. Magari abitabile a diversi livelli di consapevolezza e di profondità. Aggiorneremo i nostri pattern vitali e relazionali come facciamo con i sistemi operativi. A quel punto coinvolgeremo la biologia.